Boom di export italiano agroalimentare all’estero! Più 7% nel 2017

Il Made in Italy quando si parla di cibo è da sempre una delle voci più importanti nell’export. Ovunque nel mondo i marchi e i prodotti italiani sono giustamente sinonimo di eccellenza, eleganze e genuinità. Negli ultimi anni però il Made in Italy agroalimentare ha subito una battuta di arresto in concomitanza con le sanzioni commerciali decise ai danni della Russia per la questione della Crimea. Un problema visto che la Russia rappresentava un mercato importante per i prodotti italiani e i russi hanno da sempre mostrato di apprezzare non poco la nostra cultura e il nostro way of life.

Il Made in Italy quando si parla di cibo è da sempre una delle voci più importanti nell’export. Ovunque nel mondo i marchi e i prodotti italiani sono giustamente sinonimo di eccellenza, eleganze e genuinità. Negli ultimi anni però il Made in Italy agroalimentare ha subito una battuta di arresto in concomitanza con le sanzioni commerciali decise ai danni della Russia per la questione della Crimea. Un problema visto che la Russia rappresentava un mercato importante per i prodotti italiani e i russi hanno da sempre mostrato di apprezzare non poco la nostra cultura e il nostro way of life.

Russia a parte comunque, il 2017 è stato un anno da incorniciare per quanto riguarda le esportazioni del settore agroalimentare italiano. Secondo le cifre rese note da Coldiretti infatti, le esportazioni alimentari del nostro Paese nel 2017 hanno toccato per la prima volta i 41 miliardi di euro, un aumento del 7% rispetto al 2016. Si tratta di un aumento davvero importante e significativo che dimostra ancora una volta, se ancora ce ne fosse il bisogno, le immense potenzialità di crescita del settore.

 

Europa e Stati Uniti, veri amanti del cibo italiano 

Andando maggiormente nel dettaglio dei dati resi noti da Coldiretti si constata come i due terzi delle esportazioni agroalimentari si dirigano verso i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Nell’Ue l’export Made in Italy è aumentato del 5%, mentre gli Stati Uniti rimangono il mercato principe del cibo italiano fuori dall’Ue. Gli Stati Uniti si confermano quindi come dei grandi estimatori del cibo italiano e sono al terzo posto generale dopo Germania e Francia.

Esportazioni Made in Italy in crescita in Cina, Giappone e Russia

Le vere prospettive di crescita per le esportazioni agroalimentari italiane comunque arrivano dalla Cina dove si è registrato un aumento del 17% che lascia ben sperare nel futuro. La Cina infatti rappresenta un mercato potenzialmente infinito per la vendita dei prodotti Made in Italy e la sensazione è che l’export verso Pechino aumenterà ancora nei prossimi anni. I cinesi sembrano apprezzare in particolar modo proprio la pasta, le cui esportazioni in Cina hanno fatto registrare un +14%. Molto bene anche le esportazioni in Giappone (+39%) e in Russia (+31%), dove si sta cominciando a recuperare le quote di mercato erose dalle sanzioni.

Il vino italiano, la qualità in continua espansione

Merita poi un discorso a parte il vino italiano, da sempre una eccellenza apprezzata in tutto il mondo che ora sta aumentando sempre di più le proprie possibilità di crescita. Sorprendentemente uno dei paesi che sembra apprezzare di più il vino italiano è proprio uno dei suoi maggiori competitors, ovvero la Francia.

Dati Coldiretti alla mano infatti le esportazioni di vino italiano nel 2017 in Francia hanno fatto registrare un aumento significativo dell’11%, mentre lo spumante ha raggiunto addirittura un +18%. Il vino è anche il prodotto più apprezzato dagli statunitensi subito davanti a olio, formaggi e pasta.

Anche la birra italiana conferma un trend positivo facendo registrare una crescita del 3% nei pub della Gran Bretagna, mentre i salumi nostrani ottengono grandi risultati in Germania facendo registrare un interessante +10%.

Un forte impatto per l’Italia sui mercati internazionali 

Insomma, le esportazioni di prodotti alimentari italiani sui mercati internazionali sembra essere un vero e proprio volano di crescita per l’Italia e potrebbe aprire a scenari davvero molto interessanti nei prossimi anni a patto di riuscire a tutelare al meglio i marchi italiani dalla agropirateria internazionale.

Secondo quanto dichiarato dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo infatti, la cosiddetta agropirateria avrebbe un fatturato vicino ai 60 miliardi di euro ottenuto utilizzando in modo improprio parole, colori, località, immagini e ricette che richiamano direttamente all’Italia.

Di Daniele Cardetta