Piatti e bicchieri, ma non solo: lo stile alternativo in cucina

Tutto è cominciato con i barattoli per conserve utilizzati per servire i cocktail nei bar più “in” di New York, poi di Londra, infine di Milano e Roma. Risultato: oggi, quello che era un vezzo da hipster metropolitano è divenuto un simpatico ma invadente cliché, cui non riesce a sfuggire neanche il pensionato in cerca del classico bicchiere di vino nel bar della piazzetta del paese.

bicchieri
Un’iperbole? Sì, ma fino a un certo punto, dal momento che l’idea di fornire a commensali e avventori (di ristoranti, bar, pub, vinerie) pietanze e bevande ricercate in contenitori dalle forme originali e inusitate – spesso materiali di riciclo – si è impadronita di una larga percentuale di professionisti della ristorazione e del food & beverage. Con risultati alterni e qualche inevitabile esagerazione.

D’altronde, se cercare una personalizzazione estetica per i propri piatti o i propri cocktail è indice di ricerca – anche – stilistica applicata alla ricerca gastronomica (e dunque un aspetto virtuoso di quest’ultima), in questo ambito (come tutti quelli che attengono alla cucina) la misura è componente non meno essenziale della creatività. Unire design, originalità e uno stile alternativo è possibile, a patto di tenere presente che un piatto e un bicchiere sono essenzialmente dei contenitori, e il loro scopo primario è quello di rendere agevole la consumazione di un prodotto.

Piatti e bicchieri per la ristorazione, riciclo e fantasia

E allora, come coniugare in maniera efficace forma e sostanza? Molto dipende dallo stile del locale, dalla sua impostazione, dal tipo di cucina proposta e persino dall’arredamento. Il resto lo fa – o dovrebbe farlo – la creatività del designer, unita alla sua capacità di riciclare oggetti e materiali per attribuire loro funzioni e modalità di utilizzo completamente nuove. Alcuni esempi? Detto fatto.

Pietre e mattoni

La carne alla brace servita su pietra lavica rovente è ormai un classico di molte bracerie. Meno frequente è l’utilizzo di vecchi mattoni (ovviamente ricoperti di uno strato di materiale isolante e atossico) come alzata per finger food o portate di dimensioni contenute.

Bilance

bicchieriQuelle old style, da macellaio o da droghiere, utilizzate per servire portate da mangiare con le mani, dai classici panini alle patatine passando per spiedini e arrosticini.

Secchi o secchielli

Qui la fantasia può viaggiare spedita: dai secchi di vernice per contenere le salse (che con il loro colore uniforme finiranno per somigliare da vicino a dei pigmenti per pitture murarie) ai secchielli da spiaggia per ospitare snack prêt-à-manger (ad esempio frutta a guscio).

Cesto di vimini + tela di iuta

Come il pasto al pascolo dei pastori due o più secoli fa. Pare che i primi piatti classici della cucina tradizionale romana – in primis la carbonara – mantengano così una fragranza inusuale.

Carved vegetables

Ovvero: ortaggi svuotati e riempiti con la pietanza da servire. In pratica, la versione più antica dei piatti edibili, ormai entrata di diritto nelle cucine di alto livello. Un esempio standard: il risotto di zucca servito in una zucca svuotata. Ma gli chef più avanguardisti mirano più in alto: avocado, peperone, anguria…

Bicchieri Ristorazione  sottosopra

Somiglia in tutto e per tutto a un calice da vino, solo che il gambo è in realtà il collo di una mini bottiglia. Si beve da supporto in fondo, che in realtà è il calice vero e proprio.

Bicchieri Ristorazione a LED

bicchieri

Ideali per locali con illuminazione soffusa. Una luce posizionata nel gambo dei bicchieri li colora di tonalità fluo particolarmente suggestive.

Ampolle

Per dare un tocco da alchimista alla mise en place di un locale: ideale per servire i cocktail più ricercati e misteriosi.

Conchiglie

L’esatto contrario di quanto appena descritto. Nulla di più naturale e indicato per trasmettere un’immediata sensazione di freschezza. Va da sé, accompagnano magnificamente i cocktail a base di frutta.

A ciascuno il suo stile

L’elenco potrebbe proseguire all’infinito: come già accennato, l’unico limite è la fantasia del designer, pur tenendo sempre presente il parametro della congruità. Detto in altri termini, non ha senso stravolgere la propria fornitura di piatti e bicchieri se il taglio del locale è di tipo tradizionale o classico. Ma se, al contrario, si desidera modulare lo stile di un bar o di un ristorante a una clientela più anticonformista e informale, l’utilizzo di recipienti inusuali per cibi e bevande può rivelarsi una mossa vincente, a fronte di un investimento decisamente contenuto in termini economici. Come minimo, vale la pena prendere in considerazione l’idea.