Boom di cucina italiana in Cina: +18% nel 2017

Ottime prospettive per la crescita della cucina italiana in Cina. Il governo cinese ha recentemente rimosso restrizioni sull’import di diversi alimenti schiudendo le porte ai prodotti made in Italy come vino e olio.

Ottime prospettive per la crescita della cucina italiana in Cina. Il governo cinese ha recentemente rimosso restrizioni sull’import di diversi alimenti schiudendo le porte ai prodotti made in Italy come vino e olio.

“La Cina è vicina” diceva qualcuno, oggi con la globalizzazione dei mercati si tratta di una affermazione aderente alla realtà. Roma e Pechino all’apparenza sembrano due realtà opposte, eppure a ben guardare c’è qualcosa che unisce Cina e Italia: sono entrambi paesi dalla cultura straordinaria e millenaria. Come tutti sanno la cultura si riverbera anche nel cibo, e in Cina, non a caso, dimostrano di tenerci eccome alla buona tavola.

Inutile dire che per l’Italia riuscire a realizzare dei rapporti commerciali importanti con la Cina sarebbe una manna dal cielo e un volano di crescita non indifferente in quanto si avrebbe accesso a un mercato potenzialmente sterminato per i prodotti alimentari italiani.

E all’ombra della Grande Muraglia apprezzano eccome il cibo italiano, basti pensare che secondo le cifre rese pubbliche da Coldiretti (dati Istat) l’export di prodotti agroalimentari italiani in Cina sarebbe aumentato del 18% nel 2017.

Stiamo parlando di una cifra superiore ai 460 milioni di euro di valore che potrebbe aumentare ancora nei prossimi mesi anche grazie alla decisione del governo cinese di rimuovere tutta una serie di dazi sui prodotti di importazione.

Un amore incondizionato per il Made in Italy

Ma da dove nasce l’amore della Cina nei confronti della nostra cucina? Innanzitutto dal turismo. Proprio così, i turisti cinesi scelgono sempre di più il Bel Paese e tornano a casa dopo aver apprezzato la cucina e i prodotti italiano.

Oltre 1,4 milioni di cinesi nel 2017 avrebbero visitato l’Italia proprio con l’intento di sperimentare i prodotti italiani e conoscere la ricchezza agroalimentare locale.

Il 2018 inoltre è l’Anno del turismo EU-Cina, quindi tutto lascia presumere che l’afflusso di turisti aumenterà. A recitare il ruolo del leone nelle esportazioni agroalimentari italiane in Cina è il vino con ben 120 milioni di euro e un +21% nelle vendite nel 2017, segue l’olio con un +41% e ben 40 milioni di euro. In aumento anche le esportazioni di formaggi (+34% e 17 milioni di euro) e di pasta (+20% e 23 milioni di euro).

Sempre meno dazi sull’import di prodotti agroalimentari italiani

Si tratta di risultati incoraggianti per tutti i ristoratori e gli addetti del settore agroalimentare italiano anche perché le prospettive di crescita sono ancora enormi.

Il governo cinese ha infatti recentemente rimosso il bando sulla carne bovina italiana e ha dimezzato i dazi sull’importazione di diversi prodotti come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, altri formaggi stagionati, il gorgonzola, il formaggio grattugiato, le grappe, i vermouth e anche pasta, salsicce e salami.

Promette bene anche la decisione del governo di Pechino a ottobre 2017 di rimuovere il blocco delle importazione per formaggi eroborinati, a crosta fiorita e muffettati. A partire dal maggio 2017 inoltre, è stato possibile esportare a Pechino anche mandarini, arance e limoni italiani.

Le prospettive di crescita sono promettenti

Alla luce di questi dati emerge come la Cina sia uno dei paesi più promettenti per quanto riguarda le esportazioni agroalimentari, soprattutto perché sembra dover ancora dispiegare tutto il proprio potenziale.

I legami tra Italia e Cina del resto sono sempre più stretti, si pensi solo ai moltissimi ristoranti cinesi che aprono da Nord a Sud e che cominciano a proporre alla clientela sempre più spesso anche piatti della cucina italiana.

Ristoratori e addetti al settore agroalimentare dovrebbero quindi tener conto di questa “affinità” venutasi a creare tra la Cina e l’Italia e magari proporre dei percorsi del gusto personalizzati volti ad attirare sempre più turisti cinesi per far loro scoprire le bellezze nostrane a tutto vantaggio degli affari.

Di Daniele Cardetta